La NASA obbliga il personale a nascondere la Verità sugli UFO

La NASA obbliga il personale a nascondere la Verità sugli UFO

Quando si parla di insabbiamenti legati agli UFO, pochi nomi sono diventati iconici come quello di Donna Hare. Illustratrice tecnica per uno degli appaltatori della NASA negli anni '70, Hare non è una figura qualsiasi. Aveva accesso a materiale riservato, lavorava su fotografie satellitari e conosceva le procedure interne di elaborazione delle immagini provenienti dallo spazio. Ma quello che l’ha resa famosa non è stato il suo lavoro tecnico, bensì le sue dichiarazioni shock.

La NASA obbliga il personale a nascondere la Verità sugli UFO


Durante una storica conferenza del Disclosure Project, Donna Hare ha affermato che la NASA avrebbe deliberatamente rimosso prove fotografiche di UFO da materiale destinato al pubblico. Parole pesanti, che da decenni continuano a far discutere ufologi, ricercatori indipendenti e appassionati di tutto il mondo.


Le Accuse: Manipolazione Fotografica e Minacce

Secondo Hare, all’interno della NASA esisteva – o esisterebbe – un team segreto incaricato di ritoccare digitalmente le immagini satellitari per eliminare ogni traccia di oggetti volanti non identificati. La sua testimonianza è precisa: avrebbe visto personalmente foto in cui comparivano misteriosi velivoli, successivamente "ripuliti" prima della pubblicazione.

Ma non si ferma qui. Hare racconta di aver parlato con colleghi terrorizzati dalle possibili ripercussioni di queste verità scomode. Alcuni di loro, sostiene, sarebbero stati minacciati di licenziamento o peggio, solo per aver chiesto informazioni sugli strani oggetti catturati dalle telecamere in orbita.

In quelle sale protette da badge speciali e porte blindate, dove si elaboravano le immagini della Luna e dello spazio profondo, la verità sarebbe stata letteralmente cancellata. Pixel dopo pixel, una parte della storia umana veniva – secondo Hare – occultata.


Non Solo Hare: Le Altre Testimonianze Contro la NASA

Le dichiarazioni di Donna Hare non sono un caso isolato. Altri ex membri delle forze armate e consulenti NASA hanno raccontato esperienze simili. Ecco alcuni dei nomi più rilevanti:

Bob Dean

Ex sergente maggiore dell’esercito americano, Dean ha sostenuto pubblicamente che esiste un insabbiamento sistematico di prove sugli UFO da parte della NASA e di altre agenzie governative.

Karl Wolfe

Tecnico dell’Air Force americana, ha dichiarato di aver visto immagini di basi aliene sul lato oscuro della Luna mentre lavorava in una struttura collegata alla NASA nel 1965.

Ken Johnston

Ex consulente NASA, Johnston ha affermato che l’agenzia avrebbe eliminato fotografie di strutture artificiali sulla Luna, etichettate come “anomalie da scartare”.

Philip Corso

Autore del celebre libro Il Giorno Dopo Roswell, Corso – ex colonnello USA – sosteneva che la NASA e il governo americano avessero recuperato e retro-ingegnerizzato tecnologia extraterrestre.

Edgar Mitchell

Astronauta dell’Apollo 14, ha pubblicamente detto che gli UFO sono reali, e che i governi del mondo, inclusa la NASA, non hanno detto tutta la verità.


Disclosure Project: Il Momento della Verità?

Il Disclosure Project, iniziativa lanciata all’inizio degli anni 2000 da Steven Greer, ha rappresentato un punto di svolta per molti testimoni come Donna Hare. In quel contesto, ex militari, scienziati e personale tecnico hanno condiviso testimonianze su contatti con UFO, tecnologie non terrestri e operazioni segrete.

Hare fu tra le prime a parlare apertamente di manipolazioni fotografiche sistematiche, un’accusa gravissima, se si pensa che queste immagini vengono utilizzate per costruire la narrativa ufficiale delle esplorazioni spaziali.


Censura e Sicurezza Nazionale: Perché la NASA Avrebbe Nascosto gli UFO?

Ma perché un’agenzia come la NASA dovrebbe impegnarsi a nascondere prove sugli UFO?

Ci sono diverse teorie:

  1. Paura del panico pubblico – L’esistenza di civiltà extraterrestri potrebbe destabilizzare equilibri religiosi, culturali e politici.

  2. Sicurezza nazionale – Se altre potenze scoprano che una nazione possiede frammenti di tecnologia aliena, potrebbe scatenarsi una nuova corsa agli armamenti.

  3. Controllo dell’informazione – Mantenere il monopolio su certe verità è una forma di potere.

La NASA, dal canto suo, ha sempre smentito qualsiasi coinvolgimento in attività di insabbiamento. Ufficialmente, l’agenzia afferma che non esistono prove concrete dell’esistenza di velivoli extraterrestri e che ogni immagine divulgata è conforme agli standard scientifici.

Documenti Declassificati: Il Mosaico si Allarga

Nel 2020 e 2021, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha declassificato video ufficiali che mostrano oggetti volanti non identificati – noti oggi con il termine UAP (Unidentified Aerial Phenomena) – in manovre impossibili per qualunque tecnologia terrestre.

Queste rivelazioni hanno aperto una nuova fase di studio e trasparenza. Tuttavia, per molti ricercatori, queste ammissioni sono solo la punta dell’iceberg. Le dichiarazioni di Hare sembrano inserirsi perfettamente in questo contesto: la conferma che qualcosa di più profondo è stato nascosto per decenni.

A distanza di decenni, la storia di Donna Hare continua a esercitare fascino. Per alcuni, è una testimone coraggiosa che ha sfidato un sistema colossale. Per altri, solo una visionaria senza prove.

Tuttavia, le sue parole risuonano ancora. In un’epoca in cui i governi iniziano lentamente ad ammettere l’esistenza di fenomeni inspiegabili, le accuse contro la NASA non sembrano più così folli. Forse Hare è solo stata in anticipo sui tempi.




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